Brevemente per chi non ha voglia o tempo
Misure a lungo termine:
Introdurre severe leggi sulla corruzione
Dare ulteriore impulso alla lotta alle mafie
Introdurre il reato penale di evasione fiscale
Reintrodurre in Italia la politica dei redditi
ridurre i tempi dei procedimenti civili e penali rivedendo le procedure giudiziarie
Rivedere le norme sulle banche per una migliore assistenza alle imprese
Ammodernare la pubblica amministrazione
Misure a breve termine
Promuovere in Europa l’ introduzione degli euro bond
Rivedere le aliquote IRPEF ed IVA
Abolire le agevolazione fiscali nei confronti dei beni e dei redditi del Vaticano
equiparare le retribuzioni totali di parlamentari e consiglieri locali a quelle del più alto grado dello Stato
Vendere gli immobili dello stato inutilizzati
Vendere tutte le auto blu di tutti gli enti pubblici
Introdurre esenzioni fiscali per le nuove imprese
Introdurre o rivedere le agevolazioni fiscali per le cooperative
Introdurre agevolazioni fiscali per i nuovi investimenti delle imprese
Introdurre agevolazioni fiscali alle banche per finanziamenti agli investimenti
Introdurre aggravi fiscali sulle operazioni di ordine fiinanziario delle banche
Assumere insegnanti
Assumere magistrati
Assumere ricercatori.
Più in dettaglio:
Una politica innovatrice deve muoversi su due direttrici fondamentali: a livello macro facendosi promotore di riforme della struttura del sistema economico-politico e a livello micro proponendo misure a breve e lungo termine che migliorino il funzionamento del sistema paese, dando attuazione con provvedimenti specifici e mirati alle riforme di struttura che hanno dato una nuova fisionomia all’assetto della società nel senso della maggiore dignità umana e quindi della coesione e solidarietà sociale.
Nella pagina “per una Italia più democratica” ho descritto alcune riforme di struttura, soprattutto a livello della Costituzione e del sistema elettorale, che dovrebbero cambiare la fisionomia della società italiana, favorendo la partecipazione sia politica che economica - quest’ultima in particolare introducendo la cogestione nelle imprese maggiori - rivedendo il sistema parlamentare e di governo, introducendo il principio di pari spesa pubblica pro-capite in tutto il paese.
Sono riforme di struttura necessarie e propedeutiche a misure sia a lungo termine, che consentano di affrontare i principali disagi del sistema Italia, sia a breve, in grado di dare un impulso a quella crescita che in Italia manca quasi totalmente da anni.
LE MISURE A LUNGO TERMINE
Le misure a lungo termine devono servire a risolvere i problemi di fondo del nostro paese.
Non sono necessarie grandi analisi per individuare i mali più gravi della società italiana, mali noti a tutti e, cosa particolarmente grave perché costituisce l’autentico freno agli investimenti esteri, noti in tutto il mondo.
La società italiana è ammalata di:
- Corruzione politica ed amministrativa
- Malavita organizzata
- Elevata evasione fiscale
- Pessima distribuzione del reddito
- Sistema giudiziario carente soprattutto in termini di tempi
- Sistema bancario non a sostegno dell’impresa e della crescita economica.
In realtà, aldilà di quanto sostenuto da chi aveva interesse a certe riforme rivolte soprattutto ad indebolire il mondo del lavoro dipendente, i veri motivi che tengono lontani dall’Italia i capitali esteri dagli investimenti sia privati, sia in titoli pubblici, sono proprio questi.
Occorre quindi:
- Rivedere le leggi sulla corruzione, introducendo leggi più severe e soprattutto rivedendo le modalità di indagine, da rendere più efficaci con maggiori rischi per i corrotti, e snellendo le procedure giudiziarie, in modo da pervenire in tempi rapidi alle condanne;
- Aumentare il numero degli agenti di polizia e dei magistrati dedicati alla lotta alle mafie e dare impulso alle indagini patrimoniali e a tutti gli strumenti d’indagine che consentano di sgominare le organizzazioni malavitose;
- Introdurre il reato penale di evasione fiscale, con pene per gli evasori maggiori molto severe e fornire a Guardia di Finanza ed Agenzia delle Entrate tutti gli strumenti d’indagine più sofisticati e moderni per snidare gli evasori;
- Reintrodurre in Italia la politica dei redditi soprattutto con l’obiettivo che i lavoratori, oltre a non subire decurtazioni del salario reale per effetto dell’inflazione, traggano il giusto beneficio dagli incrementi di produttività. Questa misura va correlata con la proposta di introduzione in Italia della cogestione nelle aziende di maggiori dimensioni;
- Rivedere le procedure giudiziarie e, se necessario, il numero degli addetti agli uffici giudiziari, avendo l’obiettivo della riduzione dei tempi sia nei procedimenti civili che in quelli penali;
- Rivedere le norme sulle banche, ripristinando la divisione abolita negli anni novanta fra istituti a breve termine ed istituti a medio-lungo termine ed introducendo norme che avvicinino il sistema creditizio italiano a quello tedesco, allo scopo di rendere possibile un maggior sostegno delle banche alle medie e piccole imprese, accompagnando tali norme, come vedremo nella parte relative alla misure a breve, con provvedimenti di ordine fiscale.
- Ammodernare la pubblica amministrazione che costituisce un grosso ostacolo ad ogni attività economica con tempi lunghi, procedure complesse e costi elevati, problemi che si sommano alla corruzione dilagante.
Fin qui misure a lungo termine, nel senso che sono misure che danno i loro frutti nel tempo.
LE MISURE A BREVE TERMINE
Vediamo ora quali misure possano proporsi per dare al sistema un impulso efficace in breve tempo.
L’Italia, come del resto l’Europa, vive un periodo di forte crisi, in parte risolvibile a livello internazionale, e in particolare europeo, per quanto derivante dalla speculazione internazionale del mondo dell’alta finanza.
In proposito ritengo che l’Italia debba rendersi promotrice a livello europeo di un provvedimento fondamentale per la lotta alla speculazione, l’introduzione degli euro bond.
A livello interno dovrebbero proporsi misure che invertano l’attuale stato di cose in tempi brevi, in attesa che le misure a lungo termine abbiano efficacia.
Misure fiscali:
- Rivedere le aliquote IRPEF, alleggerendo le aliquote sui redditi più bassi ed appesantendo quelle sui redditi più alti;
- Rivedere le aliquote IVA, aumentando i beni con aliquota più bassa e prevedendo aggravi sui beni di lusso;
- Abolire qualunque agevolazione fiscale nei confronti dei beni e dei redditi del Vaticano.
Misure di bilancio:
- equiparare le retribuzioni dei parlamentari e dei consiglieri di regioni, province e comuni a quelle del più alto grado dello Stato. Misura che si completa con la riduzione del numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, provinciali e comunali, che costituisce una riforma di struttura a livello istituzionale;
- Vendere gli immobili dello stato inutilizzati, o, eventualmente, renderli disponibili per lo sfruttamento economico;
- Vendere tutte le auto blu di tutti gli enti pubblici.
Misure per incentivare gli investimenti:
- Introdurre esenzioni fiscali per le nuove imprese;
- Introdurre o rivedere le agevolazioni fiscali per le cooperative;
- Introdurre agevolazioni fiscali per i nuovi investimenti delle imprese;
- Introdurre agevolazioni fiscali alle banche per finanziamenti agli investimenti delle imprese;
- Introdurre aggravi fiscali sulle operazioni di ordine finanziario delle banche.
Agevolazioni all’impiego:
- Assumere insegnanti;
- Assumere magistrati:
- Assumere ricercatori.
Ovviamente va anche detto che tutto ciò non può essere visto come tanti provvedimenti slegati, poiché vi è la necessità di esaminare quali siano gli effetti, per alcuni positivi e per altri negativi, di queste misure sul bilancio statale, pur tenendo conto che si punta all’abolizione della nuova norma costituzionale che obbliga al pareggio, poiché si parte dal presupposto che la politica economica possa aver bisogno, in base all’andamento della congiuntura economica, di ricorrere al deficit di bilancio, come nel caso attuale, quale strumento di stimolo alla crescita economica, come insegnato da Keynes, purché si riconosca che ciò, proprio perché strumento di politica economica, deve avere carattere transitorio e non sistematico.